Lo scivolone di Detto Fatto, l’indignazione corre veloce sul web

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Lo scivolone di Detto Fatto, l’indignazione corre veloce sul web

Quando si parla di televisione c’è sempre nascosto, latente, un po’ di snobismo.

Nessuno la vede eppure tutti si sentono in dovere di indignarsi a seconda del malcapitato del momento.

In questo caso nell’occhio del ciclone è finita la trasmissione Detto Fatto, che da 8 anni a questa parte rappresenta una delle rare produzioni del palinsesto del daytime di Rai Due.

Nonostante la longevità del factual – nato quando RealTime (canale 31 del dtt) faceva il boom con i suoi tutorial in cui insegnavano la qualsiasi tra una sessione di make up e una di bricolage – Detto Fatto non ha mai brillato né in termini di ascolti né di discussioni di un certo rilievo (salvo il cambio di conduzione Balivo – Rossi – Guaccero e la polemichetta di Giovanni Ciacci contro il programma dal quale è stato bruscamente allontanato dopo anni di servizio).

Eppure una trasmissione che fino a una settimana fa era oggetto di discussione principalmente tra casalinghe, è finita al centro del mirino anche di testate straniere (The Guardian e Bbc) per lo sketch di una ballerina che ancheggia sui tacchi, spingendo un carrello e mostrando come fare la spesa in modo sexy.

Questa scenetta dal gusto trash che mostra la donna in cliché di tempi fortunatamente passati è andata in onda quasi a ridosso della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, scatenando da più parti indignazione e prese di posizione al limite della ragionevolezza.

Chiudere il programma, tagliare più teste possibili, mandare alla gogna la ragazza che si è prestata al siparietto riuscito male.

Ma dove sta la verità? Dove inizia l’indignazione e finisce l’empatia?

Scagliarsi contro un programma che in nove edizioni non ha mai fatto mistero di essere rivolto a donne, per lo più casalinghe di ogni età, e parlare proprio a loro, mostrandone le varie sfaccettature e valorizzarne pregi e difetti, è diventato di colpo bersaglio facile di giochi di potere e argomentazioni pretestuose che poco o niente hanno a che fare col tema urgente della violenza sulle donne, spostandone nettamente il fuoco.

E allora in preda ad astratti furori si attacca un programma, la conduttrice, gli autori e anche la ballerina che si è prestata alla gag fino alla shitstorm o all’auspicio del licenziamento in nome di una giustizia che non guarda in faccia nessuno.

Neanche chi potrebbe perdere il lavoro, perché l’importante è indignarsi sempre e comunque.

di Marialuisa Silvestro