Broad City, un concentrato di risate e marijuana

Broad City, un concentrato di risate e marijuana

So che avrei dovuto iniziare l’anno nuovo recuperando quelle serie tv cult che tutti dicono che dovresti guardare – Breaking bad o Games of thrones, tanto per citarne un paio – pena l’additamento sociale e l’esclusione dai circoli di conversazione, ma sono incappata in uno di quei meravigliosi articoli che elenca i cinquanta titoli da vedere fino alla fine dei tuoi giorni e leggendo parole a caso come New York, precarietà, ventenni, ho pensato: «Vediamo com’è questa brutta copia di GIRLS».

Broad City è una sit-com americana giunta alla seconda stagione che va in onda su Comedy Central, creata da Abbi Jacobson e Ilana Glazer e prodotta da Amy Poehler, un’attrice americana molto conosciuta che ha presentato l’ultima manifestazione dei Golden Globe. Abbi e Ilana sono anche le due attrici protagoniste ed interpretano due venticinquenni newyorkesi precarie, goffe e insoddisfatte, alle prese con stranezze di ogni tipo. La trama potrebbe farvi pensare a una vera e propria copia di GIRLS, e invece no. Queste due sono completamente fuori di testa e Lena Dunham in confronto è una chierichetta.

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Abbi lavora come inserviente in una palestra, dove tutti si salutano con un fastidioso inchino, ma il suo sogno è quello di fare l’istruttrice di fitness, mentre nel tempo libero disegna illustrazioni che cerca di rivendere ed è segretamente innamorata del suo vicino di appartamento. Ilana, la più strana delle due, non vive senza marijuana, dorme a lavoro, ha una fissa per la black culture e prova un amore smisurato nei confronti dell’amica.

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Le due ragazze sono circondate da un serie di personaggi stravaganti e no-sense, che le accompagnano in faccende quotidiane al limite del surreale, come il coinquilino di merda di Abbi, Bevers, un concentrato di inutilità che abita il suo divano o il dentista che intrattiene una relazione sessuale con Ilana, di cui lei a tratti perde la memoria. Broad City è spassosa, irriverente e fresca. Celebra l’amicizia, ma se ne frega del politically correct e per questo è assolutamente promossa.

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